Assisi città d’arte

di Marco Saioni

Assisi città d’arte. Nuova guida della città.

Copertina della guida

Magari non è così insolito farcire di folla un luogo pubblico quando si tratta di descrivere un libro, anche se di norma tali eventi faticano nel coinvolgere le masse. Sta di fatto che sabato 18 novembre la sala consiliare di Assisi traboccava di pubblico. In programma la presentazione di un volume dedicato alla città, decima perla nera dell’elegante collana, Città d’arte, per i tipi di Fabrizio Fabbri. Un prodotto editoriale che l’inconfondibile cifra stilistica della casa consegna alla collettività con l’intento di promuovere al meglio le risorse artistiche dell’Umbria.
Come le precedenti, anche questa guida si avvale di un notevole apparato grafico, ove le immagini non appaiono semplici ancelle della scrittura, ma assurgono a protagoniste paritarie del racconto. Utilissimo al riguardo un accurato indice delle stesse, in grado di preservare leggerezza alle pagine, così svincolate dalle necessità didascaliche.
Un dialogo serrato e armonico quello che si snoda tra testo e fotografia, tale da stimolare il piacere non affrettato della lettura. Merito degli autori, Paola Mercurelli Salari e Francesco Piagnani, che a turno sembrano prendere per mano il lettore, proponendo itinerari e visioni tra i terzieri “de sopra e de sotto”.

Ad introdurre ogni inizio di percorso è una breve citazione, anch’essa funzionale alla composizione grafica, tratta da autori che di Assisi hanno in vario modo riferito. Inevitabile lo sguardo di Goethe che solo contempla il tempio della Minerva, per lui sublime fasto pagano.
Una storia millenaria, analoga ad altri centri umbri, punteggiata dalla pietra, mosaici,  affreschi. Architetture e spazi urbani che trovano senso nella parola e nel piacere dello sguardo. Quello che volentieri si adagia su queste pagine attizzate di colore. Carte che ridono, per citare Dante, altro autore, chiamato ad annunciare il terziere di Porta San Francesco.

L’eredità archeologica, tradizionalmente sommersa dall’esuberante presenza storico-artistica, è qui acquisita come risorsa identitaria e spettacolare. Il foro romano, le mura, le domus, come quella di Palazzo Giampé, dalle pareti affrescate. Una Pompei in miniatura che respira sotto la pelle della città, ora visitabile dopo gli interventi a cura della Soprintendenza.
E poi il medioevo con le architetture azzardate e gli straordinari cicli pittorici. Eccellenze intellettuali ed artistiche come Dante, Giotto, Cimabue che nello stesso periodo hanno inteso celebrare la città di Francesco.
Si arriva alle scorribande della soldataglia al seguito dei cavalieri di ventura, fino al riordino urbano cinquecentesco che predilige palazzi sontuosi.
Le vicende della storia, offerte dagli autori, si rincorrono tra gli spazi, le pietre i documenti, spesso guarniti da dettagli ricchi di senso. Da manuculae come acutamente nota Fra Carlo Bottero, in prefazione. Una figura dotta per richiamare alla memoria quelle manine stilizzate che nei codici medievali solevano attrarre l’attenzione del lettore su punti ritenuti importanti del testo.
A tale proposito vale citare il monumento funebre nei pressi dell’anfiteatro romano, entro la cui camera funeraria si dice che Francesco pernottasse quando la domenica mattina doveva predicare in città.

Santa Chiara. Dettaglio da affresco di Puccio Capanna

Non guida da fast food quindi, ma arnese adatto a scardinare i segreti, decifrare i segni stipati in quel forziere di meraviglie che può abbagliare il viandante distratto. Un garbato invito a concedere tempo al lievito della riflessione, come sembra suggerire lo sguardo di Santa Chiara che apre e chiude il volume.