Appello di studiosi al Ministro Bonisoli

di Redazione

Ritenendo di favorire alcune riflessioni sulle proposte, volte al  parziale riassetto del Mibac, pubblichiamo l’intervento di autorevoli studiosi  firmatari del secondo appello rivolto al ministro Bonisoli

Da un rapido esame della proposta preliminare elaborata dalla Commissione istituita dal Ministro Bonisoli, si prende atto, al di là dell’appartenenza alle diverse professionalità e associazioni, che non sono state affrontate le principali criticità messe in evidenza a diversi livelli e con valutazioni generali diversificate rispetto alla riforma Franceschini, con anche alcuni aspetti francamente poco funzionali e che ulteriormente accrescono un’egemonia politico-amministrativa nei confronti delle competenze tecnico-scientifiche. In particolare i segretariati interregionali non paiono funzionali ad alcunché, la scala territoriale renderebbe estremamente complesse funzioni che potrebbero essere svolte dal centro; la presenza di altre figure di dirigenti amministrativi comunque ridurrebbe sempre più il ruolo tecnico a favore di quello amministrativo e politico. Tale assetto organizzativo, con un ulteriore rafforzamento del segretariato generale (carica, come è noto, di nomina politica), sarebbe foriero di ulteriori conflittualità rispetto a quelle già esistenti e complicherebbe ulteriormente le procedure e la funzionalità dell’amministrazione dei beni culturali, già oggi fortemente in crisi.

I firmatari ritengono che ulteriori riforme all’assetto organizzativo attuale del Mibac siano indispensabili e che debbano invece essere dirette al rafforzamento delle caratteristiche tecniche e scientifiche del Ministero, secondo l’originaria impostazione di Giovanni Spadolini. Ritengono che, al di là delle diverse soluzioni possibili, siano irrinunciabili alcune condizioni:

1 – il ripristino di direzioni generali dedicate ai diversi settori specialistici e di ruoli dirigenziali per le diverse discipline preposte alla tutela sul territorio, possibilmente a livello regionale, con l’eccezione di alcune regioni, indipendentemente dall’assetto generale organizzativo del Ministero.

2 – Il conferimento alle soprintendenze, dei musei, delle aree archeologiche e dei parchi non autonomi, con direzioni specialistiche; il collegamento tra attività di tutela e attività di ricerca e valorizzazione deve essere assicurato in maniera organica; la separazione radicale di tali funzioni tra i musei e le relative aree archeologiche è palesemente impraticabile, come dimostrano nella stessa organizzazione Franceschini i Parchi Archeologici autonomi di Pompei, Ostia, Appia Antica, Ercolano, Paestum, Campi Flegrei, di fatto corrispondenti a Soprintendenze.

3 – L’assegnazione delle direzioni dei Musei e Parchi archeologici autonomi per pubblico concorso, con commissioni che includano anche competenze interne all’Amministrazione che proclamino motivatamente il vincitore, non quindi mediante selezioni e “scelte fiduciarie” del Ministro o del direttore generale dei Musei, dallo stesso Ministro nominato. Per tali Istituti autonomi deve essere operata una valutazione sia sulla opportunità dal punto di vista dell’assetto culturale rispetto alla drastica separazione dall’ambito di competenza, sia sulla sostenibilità economica e logistica.

4 – La definizione del ruolo scientifico dei professionisti dei diversi settori con il riconoscimento dei profili professionali che tengano conto dei titoli universitari conseguiti e dell’esperienza maturata (anche attraverso una fase transitoria concertata con gli Istituti universitari interessati, per il conseguimento di un titolo minimo in base alle certificazioni conseguite).

5 – La conferma delle normative in materia di archeologia preventiva nell’ambito del Regolamento dei Lavori Pubblici sulla base di linee guida definite di concerto tra Mibac e Ministero delle Infrastrutture e il recepimento della convenzione di Malta.

6 – La regolamentazione in modo organico di progetti di collaborazione tra Mibac e Miur in materia di tutela del patrimonio, ricerca scientifica e valorizzazione anche attraverso organismi congiunti.

Luigi Malnati, Bruno D’Agostino, Stefano De Caro, Francesco di Gennaro, Luigi Fozzati, Piero Guzzo, Bruno Massabò, Maria Luisa Nava, Paola Pelagatti, Raffaella Poggiani Keller, Anna Reggiani, Anna Maria Moretti Sgubini, Annalisa Zarattini, Fausto Zevi