Cento capolavori nei palazzi Baldeschi e Lippi Boncampi

di Marco Saioni

Lavinia Fontana. Autoritratto

Si deve alla collaborazione tra la Fondazione CariPerugia Arte e la romana Accademia Nazionale di San Luca la mostra Da Raffaello a Canova, da Valadier a Balla. L’arte in cento capolavori dell’Accademia Nazionale di San Luca, che ospita cento opere d’arte di autori italiani e stranieri, comprese in un vasto arco cronologico.

Curata da Vittorio Sgarbi e aperta fino al 30 settembre 2018, la mostra intende proporre un catalogo di opere riferibili ad artisti sublimi, quali Raffaello, Guercino, Rubens, Van Dyck, Hayez, Canova, passando per la fase degli scapigliati, fino al futurista Giacomo Balla. Cinque secoli di eccellenza artistica declinata nelle due sedi di Palazzo Baldeschi e Palazzo Lippi Boncampi. Edifici storici della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, quasi dirimpettai nelle opposte rive di Corso Vannucci.

E’Palazzo Baldeschi ad ospitare l’affresco staccato di Raffaello, un dipinto prezioso, nonché elemento di spicco della mostra. A seguire, i ritrattisti cinquecenteschi, come il Bronzino, i fiamminghi barocchi Rubens e Van Dyck, il Guercino.  E poi l’Età dei lumi, tutta europea, affidata a maestri come Angelika Kauffmann, Jan Frans, Van Bloemen, Claude Joseph Vernet. Qui anche gli strabilianti gessi neoclassici  dello scultore danese Thorvaldsen e di Antonio Canova, oltre alla sala con i disegni architettonici, da cui una spettacolare selezione di progetti. Valgano per tutti, quelli del Pantheon e di Piazza del Popolo dell’architetto Giuseppe Valadier.

Amedeo Bocchi. Bianca

Palazzo Lippi Alessandri è sede di romantici, scapigliati e futuristi. Nomi celebri come Francesco Hayez, Jean Baptiste Wicar e Federico Faruffini, quest’ultimo onorato persino dall’intestazione di una via cittadina, seppure  defilata. Volle affidare al cianuro piuttosto che all’assenzio, come d’uso tra bohemiens, la quiete dell’anima. Si uccise a Perugia in una stanza in affitto.

Non l’unico riferimento alla città, però. Vale infatti sottolineare l’affinità di alcune opere con altre già presenti a Palazzo Baldeschi. Un proficuo confronto, dunque, con la collezione Marabottini e con i capolavori dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci.

Di certo una passeggiata antologica e avvincente tra secoli segnati dall’ingegno creativo, quello che ha inciso profondamente sulla storia dell’arte mondiale. Un’esperienza estetica offerta allo sguardo che volentieri si appaga di forme e colore dai variegati linguaggi espressivi.

A corredo dell’esposizione concorre il catalogo dall’elegante veste tipografica, come consueto nelle edizioni di Fabrizio Fabbri, recante tutte le opere, corredate  da esaurienti schede scientifiche.

Francesco Moschini, Segretario Generale dell’Accademia di San Luca, s’incarica inoltre di tracciare una breve storia dell’istituzione. Fin dalle sue origini, risalenti al XVI secolo, l’Accademia, una delle più antiche istituzioni culturali italiane, annovera infatti un immenso ed eterogeneo patrimonio costituito da collezioni di dipinti, sculture, disegni.